Buñuel: l’oscuro oggetto del desiderio
Drammaturgia e Regia
Ilaria Testoni
con
Annalisa Biancofiore
Francesca Di Nicola
Silvia Morganti
Paolo Benvenuto Vezzoso
Lo spettacolo ha debuttato al Teatro dell’Orologio di Roma a maggio del 2009.
Lo spettacolo è ancora in distribuzione.
Buñuel che corre per il mondo come un rasoio aperto, regista senza compromessi; Buñuel trasgressivo e incomprensibile; dissacratore eccelso, abile narratore di ossessioni.
La realtà è intangibile, la vita mutevole, in fieri, un flusso dominato dal caso. La verità esiste… nell’illusione di ognuno. L’anima si muove e si fonde senza tregua.
Così ecco il sogno, “ l’illusione di un uomo”, forse Buñuel alla fine dei suoi giorni, ubriaco di vita, d’idee, d’amore: è l’ora dell’aperitivo con Jean Claude Carriere, ma l’amico, il collaboratore di una vita, non si presenta. Buñuel, solo, riceve i suoi fantasmi, i suoi scheletri femminili accompagnati da ossessioni e amarezze. Tutto sembra vero… quelle creature meravigliose che lo hanno accompagnato nel lungo cammino “magnifico e pericoloso”, quelle figlie un po’ amanti lo cercano e lo tentano ancora. Perché? Eppure quest’uomo non ricorda più… -
Chi sono? Cosa vogliono da me? Cosa posso fare per farvi restare con me? –
La sua memoria, invasa dall’immaginazione, non distingue più il reale dal sogno…
Una delle più famose inchieste surrealiste iniziava con questa domanda: “Che speranze riponi nell’amore? “ Da parte mia risposi: “ Se amo, ogni speranza. Se non amo, nessuna” Amare ci sembrava indispensabile per la vita, per qualsiasi azione, per qualsiasi pensiero, per qualsiasi ricerca.
Oggi, a quanto dicono, amore e fede in Dio sono sulla stessa barca. L’Amore – in certi ambienti perlomeno – tende a sparire. Lo si considera spesso come un fenomeno storico, un’illusione culturale. Lo studia, analizza – e se possibile, lo si guarisce. Protesto. Non siamo stati vittime di un’illusione. Anche se qualcuno stenta a crederci, abbiamo amato sul serio. (Dei miei sospiri estremi di Luis Buñuel).